Andateci andateci andateci: vi prego dovrete assolutamente vedere Pienza, perché è un capolavoro di architettura, cose belle, mangiare e bere sano e persone deliziosamente gentili e piacevoli!
Noi abbiamo alloggiato all’Hotel Rutiliano, a due passi dal centro, comodo, pulito e tranquillo. La colazione al mattino buona, con torte fatte in casa, buone brioche e servizio gentilissimo.
Tra l’altro il titolare è figlio del ristoratore di “La Buca dell Fate” una trattoria in pieno centro dove si mangia pici all’aglione ancora fatti a mano, uno ad uno. Forse è rimasto l’unico ristoratore a farli a mano usando la vecchia ricetta con uovo, una diatriba per i controlli Asl di oggi, che consigliano l’uso di uova liofilizzate per evitare salmonella.
Quando ho sentito questa storia, di un uomo che ancora lotta per tener salde le ricette vere di un tempo, non potevo che fissare subito il tavolo per festeggiare il nostro anniversario. Posso garantirvi che ne vale la pena, perché i primi sono decisamente spaziali!
Vi consiglio di visitare Pienza nella sua tranquillità, girovagare tra i vicoli, perché ogni vicolo anche il più nascosto, può nascondere negozietti tipici carinissimi, o scorci di una visuale mozzafiato: ti sembrerà di essere in una cartolina.
Vi consiglio di entrare a “La Vecchia Dispensa del Corso” e farvi consigliare il “cacio” (compratene di tutti i tipi perché sono tutti pazzeschi) di ogni tipo, ma comprate anche il Panforte perché è divino.
Per pranzo dovete andare assolutamente da Luciano “Sette di Vino Osteria“, non prende prenotazioni e non fa primi! Questa è la frase che ripete a tutti, dovrete aspettare il vostro tavolo ma non soli, perché lui sarà li ad offrirvi un bicchiere di vino nei suoi fantastici fiaschetti. Cucina tipica, semplice ma di Qualità. Il pecorino in forno con rigatino: ottimo. La zuppa di Luciano, ve la consiglio con cipollina fresca. Il tagliere di formaggi e salumi ottima. Insomma dovete andarci Luciano è un personaggio!
Altro negozietto da visitare è “La Taverna del Pecorino” favoloso, lo riconoscete perché c’è sempre la fila di turisti in gita, quando giapponesi, quando, spagnoli, quando cinesi, quando americani….
Il titolare molto alla mano ti fa subito assaggiare tutto quello che vuoi, e vi consiglio oltre ai formaggi di riportare a casa dei buoni salamini di cinta che sono strepitosi!!!
Parliamo di Pienza e della sua architettura.
Il Papa Pio II dopo una visita, trovò un borgo molto degradato e per questo decise di far costruire una nuova città, affidando il progetto all’architetto Bernardo Rossellino, il quale in 4 anni riuscì a realizzare una città dalle forme armoniose, un’autentica opera d’arte.
Perciò Pienza trae il nome da Papa Pio II, perdendo il vecchio nome Corsignano.
Vi consiglio di iniziare da Piazza Pio II, il centro di Pienza, che racchiude gli edifici simbolo dell’ideale rinascimentale: il Duomo, intitolato a Santa Maria Assunta, una chiesa caratterizzata da tratti stilistici del gotico francescano, armonizzati con la struttura rinascimentale dell’edificio; il Palazzo Comunale, originariamente residenza dei Priori, la cui facciata all’interno del portico è adornata dagli stemmi dei Podestà che vi abitarono.
All’interno della Sala del Consiglio si può ammirare un affresco della Scuola senese del Quattrocento che raffigura la Madonna col Bambino e i Patroni di Pienza (ovvero San Vito, San Modesto e San Matteo); il Palazzo Vescovile, noto anche come Palazzo Borgia, è situato sulla destra della piazza e ospita il Museo Diocesano, nel quale sono custoditi arredi sacri, arazzi, sculture e pale d’altare; Palazzo Piccolomini, accanto al Duomo, completa la sublime bellezza della piazza, merito dello straordinario giardino pensile interno e del loggiato con vista sull’intera Val d’Orcia e sul Monte Amiata.
Se siete a Pienza dovrete assolutamente andare a visitare Bagno Vignoni, un tripudio di bellezza: a noi ha rapito il cuore.
Un piccolo e incantato borgo sviluppato tutto attorno a una vasca. Un antico villaggio di poche decine di abitanti, rinomato per le terme già in epoca romana. Nonostante le guerre, i saccheggi e le vicende trascorse nei secoli, l’assetto del paese è rimasto identico alle origini: sviluppato attorno alla vasca che raccoglie la sorgente termale, ha trasformato lo specchio d’acqua in una suggestiva piazza.
Girovagando tra un paese e l’altro ho letto sulla strada “vendita diretta farina di grani antichi” ho gridato subito a Massy “Fermati!!!” sono scesa e lì ho conosciuto il figlio del titolare del Mulino Val D’Orcia dove le farine vengono prodotte con metodo biologico e macinate a pietra. Beh sono uscita di lì con un bel pacco da 5kg e tanta felicità, perché sapere che esistono ancora mulini che producono nonostante la massiva industrializzazione che ci sta inghiottendo è per me gioia pura!!!
Visitate se potete il paesino di Monticchiello un gioiellino della Val d’Orcia.
Monticchiello si erge sulla valle con il suo Cassero, le mura e la porta medievale. Questo antico e splendido borgo negli anni ha mantenuto in vita la storica tradizione del Teatro Povero, progetto sociale e culturale nato negli anni ’60, quando la crisi economica e sociale portò i cittadini rimasti nel borgo a riflettere sui cambiamenti in corso e riunirsi in un teatro di piazza, veicolo di ricostruzione ideale e collettiva. L’appuntamento con il Teatro Povero è solitamente nella seconda metà di luglio e la prima settimana di agosto, quando gli abitanti mettono in scena un dramma elaborato collettivamente e focalizzato su tematiche d’attualità.
Noi abbiamo pranzato da “Bronzino” consigliato da un negoziante della piazzetta e in effetti un posticino carinissimo, dove c’è una vendita dei prodotti locali, una sala da pranzo e accanto un’istallazione dedicata alla vita contadina, assolutamente da vedere.
La domenica siamo andati a San Quirico e Montepulciano, ma se vi devo dire la verità a me non hanno trasmesso quasi niente.
Ho comprato il vino a Montepulciano, quello sì, non potevo venir via dalla Val d’Orcia senza almeno 3 bottiglie di Nobile !
Foto ph @meolandia
facile
un paio d'ore